AIUTO, HO TROVATO UN GATTINO NEONATO!

AIUTO, HO TROVATO UN GATTINO NEONATO!

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Consigli pratici per la cura di un gattino orfano. I consigli che seguono sono rivolti alla cura di gattini neonati rimasti orfani.

Se il cucciolo ha meno di 30 giorni NON è AUTOSUFFICIENTE pertanto, come avrebbe fatto la sua mamma –  occorre provvedere a quanto necessario per la sua sopravvivenza. 

Come stimarne l’età:

– se ha ancora il cordone ombelicale avrà da 0 a 3 giorni, difficilmente lo perdono dopo;

– se gli occhi sono chiusi ha meno di una settimana/10 giorni; se ha più di 7-8 giorni e non accenna ad avere fessure visibili aiutatelo con le dita ad aprire gli occhi come farebbe mamma gatta con la lingua: con le mani pulite fate un movimento delicato con le dita come a voler separare le palpebre, più volte al giorno. Se gli occhi rimangono chiusi oltre il tempo “normale”, non è infrequente che si verifichino infezioni sotto la palpebra ad opera di batteri anaerobi che si infilano attraverso invisibili fissurazioni; meglio che le palpebre si aprano al momento giusto;

– se ha già gli incisivi in eruzione e la puntina dei canini ha compiuto 2 settimane;

– se mangia da solo ha 4 settimane o più

Se vi imbattete in un cucciolo che ha meno di un mese, prima di prelevarlo assicuratevi che non ci sia la mamma nei dintorni. Se la temperatura è adeguata (i gattini si freddano in fretta) è utile aspettare anche qualche ora perché la gatta  potrebbe tornare. Se non ce n’è proprio traccia, allora prelevatelo e – se possibile – portatelo da un veterinario che gli rileverà la temperatura ed il livello di idratazione. Se necessario potrebbe provvedere ad idratarlo sotto cute.

DA LÌ IN POI TOCCHERÀ A VOI…

Allevare un gattino neonato è un’impresa che richiede innanzitutto TEMPO, poi infinita pazienza, un impegno altissimo e dedizione assoluta, oltre ad un veterinario appassionato e collaborativo. E anche con tutto questo, va considerato che la mortalità fino a due mesi è veramente elevata.

Ma veniamo ai consigli:

  1. Tenetelo al caldo

Fino a tre settimane di vita i gatti non posseggono la regolazione encefalica della temperatura, quindi, non essendo autonomi a mantenere la temperatura, possono morire anche se coperti.

Allestite pertanto un trasportino o uno scatola (più alta che larga) con un termoforo, un teporino o una boule dell’acqua calda avvolti in un panno (che non stiano a diretto contatto con il micio). Procuratevi delle traversine (tappetini assorbenti), con cui rivestire il fondo del giaciglio per assorbire la pipì e farlo stare il meno possibile nel bagnato. Fate attenzione che il giaciglio si mantenga caldo a sufficienza ma, mi raccomando, non troppo! Anche l’eccessivo riscaldamento può provocare dei problemi. Le prime ore, soprattutto se il micino é piccolissimo, toccatelo di frequente e in relazione a questo allontanate o avvicinate la fonte di calore fino a trovare il giusto compromesso. Il piccolo dovrebbe mantenere una temperatura ideale di 38 gradi.

  1. Alimentatelo ogni 2-3 ore (giorno e notte) con un biberon per gattini. È necessario avere una bilancia da cucina sempre a disposizione.

Tenete conto che un gattino deve assumere nelle 24 ore una quantità di latte (in ml) che indicativamente potrebbe essere attorno al 20% del suo peso (espresso in grammi).

Es.: un gattino appena nato pesa sui 100 grammi. Dovrà assumere almeno 20 ml di latte, distribuito su 8-10 pasti, quindi circa 2 o 3 ml di latte a poppata.

I primi giorni sarà molto difficile perché i gattini devono capire come funziona la tettarella, diversa dalle mammelle della mamma. Soprattutto i piccolissimi non hanno tutti automatico il meccanismo della suzione al biberon, né la prontezza di chiudere la glottide quando si ritrovano il latte in gola. Spesso i gattini piccolissimi non ciucciano per nulla. Può essere utile allora utilizzare un contagocce o una siringa facendo sempre ben attenzione a non far uscire tante gocce insieme e troppo indietro, potrebbe andare il latte di traverso e creare i presupposti per una polmonite ab ingestis. NON ALLATTATE I CUCCIOLI A PANCIA IN SU.

Non schiacciate il biberonlasciate che sia il gattino a succhiare il latte e a farlo scendere, evitando che gli vada di traverso.

Se il micino  non riesce a fare il suggello tra lingua e tettarella abbiate una mano più ferma (sia quella che tiene il micino che quella che tiene il biberon), controllate che la lingua non sia pizzicata di lato dalla tettarella e fate una leggera pressione della tettarella sul palato. Se il gattino ciuccia bene vedrete qualche bolla risalire nel biberon, il micino fermissimo intento a ciucciare, le zampine che si protendono in avanti e spesso le minuscole orecchie che si muovono avanti e indietro a ritmo di poppata. Il latte in polvere esiste di diverse marche: le più facili da reperire sono il Primolatte Gattino della Bayer e il Lactol della Bephar. Secondo la nostra esperienza però le marche di latte sostitutivo per neonati che danno meno problemi a stomaco e soprattutto intestino sono il Trainer e il Royal Canin. Quest’ultimo ha nella sua confezione a tubo un biberon da 30 ml (sono pochi quando si ha una cucciolata che comincia ad avere un paio di settimane) e 4 tettarelle fantastiche come forma e consistenza, mentre il Trainer ha un biberon più capiente con 3 diverse tettarelle che però per i piccolissimi sono troppo grosse e spesse, ma é compatibile anche con la tettarella Royal. Anche il semplice latte di capra è molto ben tollerato e digerito, e abbastanza bilanciato per i gattini, ovviamente un latte prodotto apposta dovrebbe esserlo ancora di più.
Fate il buco nella tettarella con un ago da cucito un po’ grosso arroventato. Meglio provare inizialmente con un buco troppo piccolo che troppo grosso: se poi vedete che il micino impara a ciucciare e si agita perché non scende abbastanza latte potete allargarlo un pochino, sempre con un ago caldo. La polvere in genere va diluita in acqua in proporzione 1:3 (ma seguite le istruzioni del latte che avete comprato, non sono tutti uguali!).
Fate attenzione che non abbia grumi che potrebbero intasare il buco della tettarella. Alcune marche fanno più grumi di altre, nel dubbio passatelo in un colino prima di metterlo nel biberon. Somministratelo  sempre tiepido tutte le volte che è possibile. Il latte appena “fatto” e non riscaldato piace di più.

  1. Pesatelo, nei primissimi giorni, dopo ogni pasto. Solo così vi potete rendere conto di quanto sta realmente mangiando. Una volta che ha preso bene il giro non è necessario pesarlo continuamente, vi consigliamo comunque di pesarlo una volta al giorno alla stessa ora e di farvi una tabella di peso.

I cuccioli hanno mediamente incrementi di peso di almeno 5 grammi al gg. (più giorni hanno, più aumenta l’incremento, anche 20-30 gr!). Se invece diminuisce c’è qualcosa che non va. Forse non mangia abbastanza, il latte è troppo diluito o forse ha qualche problema di malassorbimento o, purtroppo evenienza più frequente, ha un’infezione in corso. Nel dubbio, meglio fare un salto dal veterinario.

  1. Dopo ogni pasto aiutatelo a liberare vescica e intestino. La posizione che utilizzo io è, con gattino normalmente a pancia in giù, mano sinistra che solleva la codina e destra che stimola.

Strofinate delicatamente l’area anogenitale dal basso verso l’alto (cercando di non trasferire batteri fecali nella zona genitale, sebbene le due zone siano molto vicine) con un batuffolo di cotone, delle salviette intime delicate per bambini o dello scottex asciutto o inumidito appena con acqua tiepida (come fa la mamma, leccandolo…).

  1. Tenetelo pulito e asciutto.

Non essendoci un pannolino per gattini, necessiterà al bisogno di fare bidet o bagnetti, a seconda di quanto si sporca (spesso cucciolate numerose sono da lavare molto di più perché si sporcano uno con l’altro dormendo tutti insieme). Utilizzate acqua tiepida e asciugatelo con molta cura, prima con un asciugamano nel quale avvolgerlo appena uscito dall’acqua (evitando correnti d’aria) e poi con il phon. Se ha la diarrea e il culetto arrossato, fate il bidet col bicarbonato: mitigherà gli effetti dell’acidità della popò. Se vedete che il sederino è arrossato, utilizzate,, per lenire il bruciore e proteggere la cute, la pasta di fissan, la vitamindermina in polvere o prodotti similari che si utilizzano per i neonati umani. In ogni caso con il latte giusto difficilmente si incorre in questo problema.

Fate attenzione che non abbia delle pulci o, peggio, delle zecche.

IN TAL CASO, FATEVI PRESCRIVERE DA UN VETERINARIO UN PRODOTTO APPOSITO PER GATTINI; fate attenzione alla posologia. I comuni antiparassitari possono essere tossici per i neonati, meglio eliminare manualmente le pulci il più possibile e somministrare un prodotto naturale.

  1. Dopo la pappa, la nanna.

Il ritmo sonno-veglia è influenzato fortemente dalla luce, pertanto, dopo ogni poppata, bisogni e qualche passetto per fare ginnastica il micino inizierà in breve tempo ad avere le pile scariche: rimettetelo nella sua cuccetta con un panno sopra per evitare di disturbare il suo importante sonno. Si sveglierà quando avrà fame. Svegliatelo voi per mangiare solo i primi giorni, oppure se non sta prendendo peso a sufficienza o se sono passate troppe ore dall’ultima poppata, per evitare l’ipoglicemia.

Attorno ai 28-30 giorni potrete cominciare gradualmente con le pappe preparando un po’ di omogeneizzato (meglio ancora il liofilizzato) diluito in acqua o poco latte, che verrà dato dapprima con l’aiuto di una siringa senz’ago e poi in un piattino. In pochi giorni e con un po’ di fatica (zampette e tutto il muso nel piattino, omogeneizzato dappertutto, prime cacche da “cibo vero”) vedrete che  comincerà anche a mangiare le prime scatolette kitten e, successivamente, i primi minuscoli croccantini Babycat. Un’alternativa all’omogeneizzato è la poltiglietta creata ammollando i crocchi babycat per qualche ora, somministrandola con una siringhetta all’inizio come l’omogeneizzato.

Per ulteriori consigli o suggerimenti, scrivete a info@protezionemicio.it.

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